venerdì 4 settembre 2020

Luca e Marirosa sono nostri

 Anni fa, in un processo che vedeva imputati un giornalista ed il direttore della testata, per un articolo che parlava della tragica morte di Luca e Marirosa, l'avvocato che li difendeva disse nell'arringa finale che quei morti non appartenevano solo ai familiari e che la domanda di verità e di giustizia era proprietà di ogni uomo che avesse la sensibilità di uomo, prim'ancora che di cittadino.

Oggi, come allora e (forse) più di allora questa affermazione è attuale.

Olimpia, madre di Luca, non può arrendersi ma anche noi non possiamo arrenderci alle cose da fare, alla negligenza ed alla neghittosità di alcuni, al quieto vivere di molti.

Devono essere stati un inferno, questi 32 anni per chi sa, per chi tace, per chi non ha mai chiesto perdono: non è più una questione di "giustizia", di sentenze, di condanne, di archiviazioni. E' che bisogna tornare a guardare i propri genitori ed i propri figli, gli amici, i vicini da uomini liberi.

E' il tempo di riconquistare la libertà.



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