domenica 23 novembre 2014

Morte di Luca Orioli e Marirosa Andreotta: i carabinieri, due fotografi, il vicepretore Ferdinando Izzo sulla scena della "commorienza" prima del ritrovamento ufficiale?

Contraddizione N. 4

Il 23 marzo 1988, verso mezzanotte, Antonia Giannotti rietrò a casa e trovò sua figlia Marirosa Andreotta e Luca Orioli privi di vita nel bagno. Questa è la verità ufficiale, consacrata in atti, di una delle peggiori indagini svolte dalla Procura di Matera. Nessuno ha mai pagato per quell'indagine negligente e neghittosa, terribile segnale per quei cittadini che dovrebbero riporre fiducia nell'Istituzione e ne vengono, invece, irrisi e vilipesi.
Non si può procedere per ipotesi e teoremi, terreno che ha favorito i responsabili di quelle morti e coloro che non hanno voluto perseguirli. Ma vi sono plateali contraddizioni ed anche certezze che emergono da quei faldoni e che inchiodano alcuni degli attori principali a precise e gravissime responsabilità.
Riferì Vito Orlandi, intervenuto per fotografare la scena del delitto: "...la ragazza era all'interno della vasca da bagno immersa nell'acqua...". Tutte le foto nel fascicolo delle indagini ritraggono Marirosa nella vasca da bagno senz'acqua e Vito Orlandi disse che non erano affatto le foto scattate da lui (dopo poche ore, ritrattò parzialmente dicendo di non essere sicuro che lo fossero come pure che non lo fossero e per questo finì indagato con archiviazione). Ma quel particolare dell'acqua è fondamentale. Non è il colore di un abito e nemmeno la posizione di un oggetto. Dire che il cadavere era nell'acqua non può essere un ricordo annebbiato dal tempo. Era l'immagine stampata nella mente di un fatto scioccante come può esserlo la morte di due ragazzi quasi ventenni.
Anche la madre di Marirosa, disse che il corpo di sua figlia era immerso nell'acqua, proprio quando fece la tragica scoperta della "commorienza": "...ed ho visto mia figlia all'interno della vasca piena d'acqua..." e poi aggiunse: "...Poichè mia figlia era con la testa sotto l'acqua, istintivamente, sono entrata ed ho girato la manopola per il deflusso dell'acqua...".
Allora: quando è entrato Vito Orlandi nel bagno dove Luca e Marirosa giacevano morti?
Antonia Giannotti svuotò la vasca appena dopo aver scoperto la tragedia che si era consumata tra le mura della sua abitazione e subito dopo dette l'allarme. Amici, parenti, il parroco ed i carabinieri arrivarono quasi immediatamente e nessuno di loro raccontò di aver visto l'acqua nella vasca da bagno.
Quando è arrivato Vito Orlandi?
Lui dice di essere arrivato intorno alle 2:30, ma non ha visto nessuna delle persone che è accertato erano presenti a quell'ora. Solo i carabinieri, dice di aver incontrato solo i carabinieri. Proprio come dichiarò il collaboratore di Vito Orlandi, tale Cerabona, che disse di aver fotografato la scena del delitto su richiesta dei carabinieri e prima della mezzanotte. Allora? Vito Orlandi non potrà rispondere più alle domande, non è più tra noi. Ma tutti gli altri, quasi tutti, sono ancora qui. Sono passati quasi 27 anni, come si fa a vivere con un simile peso sulla coscienza?

Antonia Giannotti: "ho girato la manopola"1 di 2
Antonia Giannotti: "ho girato la manopola" 2 di 2















Vito Orlandi: "l'acqua era limpida" 2 di 4

Vito Orlandi: "l'acqua era limpida" 1 di 4

Vito Orlandi: "l'acqua era limpida" 4 di 4



















Vito Orlandi: "l'acqua era limpida" 3 di 4

domenica 16 novembre 2014

Chiara Paltrinieri, Francesca Andreotta, Marco Vitale, Vito Antonio Pascale: diteci la verità o qualcosa che le somigli.

Contraddizione N. 3

Luca e Marirosa morirono il 23 marzo del 1988 e questa è l'unica verità accertata da allora. Tutto il resto sono ipotesi, paure, pettegolezzi, chiacchiere e bugie: un mare di bugie!
Francesca Andreotta, sorella di Marirosa, dice di aver appreso della tragica morte dei due giovani il giorno 24 marzo alle 10. Glielo dissero amici di Matera che la raggiunsero a Napoli per avvisarla e per comunicarle che Marco Vitale, il suo fidanzato che si trovava a Roma per l'università, sarebbe passato a prenderla per accompagnarla a Policoro.
Chiara Paltrinieri, che si definisce la migliore amica di Marirosa, ed il suo fidanzato -Vito Antonio Pascale- dicono di aver ricevuto dalla signora Giannotti (madre di Marirosa) l'incarico di andare a Napoli a prendere Francesca alle ore 6:00 di quel 24/3/1988. Dicono anche di essere arrivati a casa di Francesca alle 10:00 ma di non averla trovata perché già in viaggio per Policoro con Marco Vitale.
Chiara dice che in macchina, oltre al fidanzato Antonio, c'era un suo amico Vincenzo Tortorelli. Antonio Pascale racconta che, oltre alla fidanzata Chiara, viaggiarono con loro due amici di cui non ricordava il nome.
È verosimile che Francesca che abitava in un appartamento dotato di apparecchio telefonico abbia saputo solo alle 10 del 24 marzo 1988 della morte di sua sorella Marirosa avvenuta nella serata del 23 marzo? È verosimile che Marco Vitale, parte da Roma intorno alle 6 del mattino per passare a prendere Francesca a Napoli e non le dice niente? È verosimile che Antonio Pascale, Chiara Paltrinieri ed uno o due altri amici partono da Policoro per andare a prendere Francesca a Napoli senza avvisarla o senza avvisare Marco Vitale? E chi sono gli amici di Matera che vanno a Napoli solo per avvisare Francesca che Marirosa è morta e che Marco Vitale passerà a prenderla? Alle 10 di quel 24 marzo, Francesca era ancora a casa, come dice lei, o era già partita per Policoro, come dicono la sua migliore amica (Chiara Paltrinieri) ed il suo fidanzato Vito Antonio Pascale?
Tutte domande che erano state sollevate dal capitano dei Carabinieri Salvino Paternò in un documento inviato alla Procura di Matera quasi vent'anni fa e che aspettano ancora una risposta.

Perché la morte violenta e tragica di due giovani ragazzi non è una proprietà privata, nemmeno dei familiari che più di tutti hanno sofferto il dramma di quella scomparsa. È un fatto che interessa l'intera società che non può dimenticare questi suoi figli, meno ancora se a pretenderlo sono degli assassini che ancora oggi camminano impuniti.
22/5/1994 - dichiarazioni Francesca Andreotta 1 di 2
22/5/1994 - dichiarazioni Francesca Andreotta 2 di 2







30/7/1994 - dichiarazioni Chiara Paltrinieri 1 di 2
30/7/1994 -dichiarazioni Chiara Paltrinieri 2 di 2








 
18/8/1994 - dichiarazioni Vito Antonio Pascale




sabato 1 novembre 2014

Caso dei "Fidanzatini di Policoro": la scena del delitto inquinata e artefatta più volte?

Contraddizione N. 2

Una testimonianza diretta della artefazione della scena del delitto viene fornita dal Birg. Dei CC Nicola Oriolo, inervenuto sulla scena del delitto la notte tra il 23 ed il 24 marzo 1988.
Significativa la ricostruzione degli orari dell'intervento dei Carabinieri a partire dalla scoperta “ufficiale” dei corpi senza vita:
h: 1:00 la centrale comunica all'autopattuglia di recarsi in Via Puglia 75 a Policoro;
h: 1:30-4:30 Arrivo sul luogo del delitto e piantonamento corpi Luca e Marirosa;
h: 4:30-7:00 Trasferimento corpi in obitorio cimitero e pianonamento.
Precisa Nicola Oriolo che il Vice Pretore Onorario, Avv. Ferdinando Izzo, giunse prima dell'arrivo del Fotografo Sig. Oriolo.
Nicola Oriolo di chiara di aver presidiato la stanza da bagno in cui vi erano i corpi senza vita di Luca e Marirosa sino all'arrivo del fotografo Vito Orlando che, di conseguenza, fotografò la scena del delitto così come la descrive il CC Nicola Oriolo.
Nicola Oriolo, presa visione delle fotografie in fascicolo, dichiara che non rappresentano la scena del delitto da lui vista. La medesima dichiarazione che renderà il fotografo, salvo ritrattarla dopo pochissime ore.
Un altro fotografo, tale Cerabona che all'epoca dei fatti collaborava con il fotografo Vito Orlando, dichiara di essere intervenuto sulla scena del delitto e di avere scattato numerose fotografie. La ricostruzione del Cerabona descrive una scena del delitto in cui erano presenti solo i carabinieri, sarebbero passati a ritirare le chiavi dell'appartamento sito in Via Puglia, 75 dalla caserma e avrebbero avuto così accesso alla scena del delitto alcune ore prima del ritrovamento “ufficiale” dei cadaveri. Anche Cerabona, presa visione delle foto presenti nel fascicolo dichiara categoricamente: a) che non sono quelle scattate da lui; b) che non sono foto scattate da un fotografo professionista.
Queste evidenze testimoniali e documentali, unite a quelle già indicate nella “Contraddizione N. 1”, consentono di ipotizzare la scoperta della scena del delitto già prima dell'orario acclarato come ufficiale. Circostanza che emerge dalle testimonianze del Cerabona e dalla dichiarazione di Ferdinando Izzo (Contraddizione N. 1).
Perché Izzo, quando interviene prima dell'arrivo del fotografo Vito Orlando, non contesta una scena del delitto diversa da quella che descrive al magistrato il 9/4/1997?
La circostanza rivelata da Izzo il 9/4/1997 conferma le dichiarazioni di Cerabona sulla cui presunta inattendibilità (insieme ad altre considerazioni che esamineremo nelle “Contraddizioni” a venire) si basa la richiesta di archiviazione formulata dal PM ed accolta dal GIP.
Avv. Ferdinando Izzo


Adesso, diversamente, occorre verificare l'attendibilità di quanto dichiarò Ferdinando Izzo che ha implicazioni significative sull'eventuale modificazione della scena del delitto.
Dichiarazioni CC ORIOLO 1 di 2

Dichiarazioni CC ORIOLO 2 di 2

Verbale servizio CC Oriolo e Cifarelli 1di 2
Verbale servizio CC Oriolo e Cifarelli 2di 2































Scena del delitto nelle foto "ufficiali"
Scena del delitto vista da Brig. Oriolo




23 Marzo 1988: Luca e Marirosa trovati senza vita a Policoro, Le contraddizioni mai indagate

Buonasera Olimpia carissima,
la magistratura inquirente lucana, in diversi "casi giudiziari" si è rivelata negligente e neghittosa. Certamente lo è stato nella trista vicenda che ha colpito la tua famiglia e quella degli Andreotta per la tragica morte di Luca e Marirosa.

Anche l'ultima riapertura del "caso" e la successiva ulteriore archiviazione ha lasciato molte perplessità e, infine, molta tristezza.
Occorrono inquirenti capaci e, soprattutto, motivati da tensione morale e senso delle istituzioni.
Proviamo a chiedere l'intervento dell'Unità delitti insoluti, istituita nel 2009, con decreto del Capo della Polizia, presso la Direzione Centrale Anticrimine.
L'Unità Delitti Insoluti (U.D.I.), composta da personale del Servizio Centrale Operativo e del Servizio Polizia Scientifica, rappresenta l'organismo di riferimento per gli uffici investigativi della Polizia di Stato ed i Gabinetti di Polizia Scientifica, nel settore delle indagini sui delitti irrisolti
L'UDI ha il compito di:
- coordinare e promuovere, anche con partecipazione diretta, tutte le indagini sui cd. "casi freddi";
- sovrintendere all'implementazione dell'archivio S.A.S.C. (Sistema Analisi Scena del Crimine) da parte dei Gabinetti di Polizia Scientifica;
- segnalare alle Squadre Mobili ed ai Gabinetti di Polizia Scientifica le nuove opportunità di approfondimento scientifico ed investigativo, nonché esprimere un parere sulle metodologie di esplorazione adottate dagli uffici investigativi.
A questa Unità Altamente Specializzata, vale la pena di chiedere risposte precise su fatti precisi. Meglio ancora, su contraddizioni precise!
Nelle inchieste che si sono occupate della tragica morte di Luca e Marirosa, emergono troppe e troppo gravi contraddizioni su cui gli inquirenti non si sono mai preoccupati di fare chiarezza.
Partiamo da queste contraddizioni certe e documentate e chiediamo che si faccia chiarezza con uno spirito nuovo e tanta professionalità.

Contraddizione N. 1
La scena del delitto a tutti nota, cristallizzata dalle fotografie in fascicolo, mostra il corpo di Luca supino, disteso accanto alla vasca da bagno. Così lo descrive il V.B. dei CC Antonio Maiorana che effettua il sopralluogo la notte del 23/3/1988.
Il Vice-Pretore Onorario, Avv. Ferdinando Izzo, che interviene in vece del PM Dr. Vincenzo Autera quella stessa notte e su quella stessa scena, dichiara al magistrato il 9/4/1997 che il corpo di Luca era "non completamente fuori dalla vasca".
In allegato si trovano i due documenti emblematici di questa clamorosa contraddizione: il verbale redatto dal V.B. Maiorana e l'interrogatorio reso da Ferdinando Izzo: a che ora Izzo ha visto il corpo di Luca non completamente fuori dalla vasca da bagno? Era vero il racconto del fotografo Cerabona che diceva di essere andato sulla scena del delitto quando ancora non c'era nessuno se non i carabinieri?